Jenny Ponzo
Università di Torino

Una collezione di colombe “virtuose”
Nella collezione di
opere dedicate alla colomba, Raffaele Ariante riesce a rivisitare in maniera
originale un segno che ha una lunga storia, giocando sulla sua polisemia.
Infatti, nel corso dei secoli il segno della colomba ha assunto una pluralità
di significati, che hanno contribuito alla sua longevità e centralità nella
nostra cultura, tali per cui la raffigurazione di questo particolare animale è
in grado di evocare subito nell’osservatore una nebulosa di significati che gli
derivano da un immaginario largamente condiviso.
Le colombe di
Raffaele Ariante sono molto diverse tra loro per formato, supporto, struttura,
tecniche, forme e colori, ma pur in questa eterogeneità è possibile riconoscere
dei tratti ricorrenti o trasversali a molte opere. Spesso le colombe sono
inserite in un tondo, che in maniera più o meno esplicita può evocare la terra
stessa, il nostro mondo. In molti casi inoltre la colomba è rappresentata in
volo, sospesa su alcune costruzioni, che evocano la città di Assisi, presenza
importante nell’opera di Ariante, o più in generale un conglomerato di casette
giustapposte. La colomba appare quindi correlata all'idea di una comunità umana
che si stringe sulla superficie tondeggiante del mondo, ed evoca un’idea di
comunione che a sua volta ha due declinazioni che non si escludono, ma invece
si integrano a vicenda.
Da una parte, la
colomba è infatti correlata a un’idea di comunione con il mondo, inteso come
ambiente, pianeta, spazio di vita. A questa dimensione si ricollega
l’attenzione verso gli elementi naturali, specialmente l’aria e il vento, il
sole e la luce. Tutti questi elementi non solo trovano una loro
rappresentazione figurativa nella collezione di Ariante, ma la loro importanza
è esplicitata a volte anche nel testo scritto che in molti casi accompagna la
raffigurazione visiva. Da questo punto di vista, non sembra azzardata l’ipotesi
che questa visione di convivenza armonica e amorevole con la natura sia in
qualche misura reminiscente del messaggio francescano, che imbeve l’habitat
creativo dell’artista, che ha fatto di Assisi la sua casa e una delle sue grandi
fonti di ispirazione.
Dall’altra parte, è
ben presente l’idea di un vivere insieme che riguarda più specificamente la
comunità umana. La colomba riprende dunque la sua antica valenza di simbolo
d’amore, declinato nelle sue diverse forme. L’opera di Ariante evoca
esplicitamente l’associazione della colomba alla dea Venere, così come la sua
figura nel Cantico dei Cantici, per
significare l’amore passionale. Riprendendo però un’altra connotazione centrale
della colomba, vale a dire la sua tradizionale associazione con la pace, Ariante
prende in considerazione anche una dimensione comunitaria dell’amore, inteso
appunto come armonia e pace, valore da insegnare e da porre alla base del vivere insieme di una comunità fondata
sulla gioia, altro valore fondamentale.
Ma la base per una
vita comunitaria improntata all’amore, alla pace e alla gioia passa anche
attraverso il coltivare le individualità. In questo senso, la colomba si fa
portatrice di un messaggio che tocca ciascuno e ciascuna, proponendo alcune
virtù morali e spirituali, in particolare l’umiltà, la prudenza, la
sensibilità, ma anche la leggerezza.
Alla luce di questa
complessità semantica, oltre che della varietà dei tratti figurativi e plastici
che la caratterizzano, appare evidente che la collezione delle colombe di
Raffaele Ariante rappresenta un risultato molto importante nell’opera
dell’artista, perché è il frutto di un lavoro che si è sviluppato nel corso del
tempo, testimoniando di una ricerca lunga, tenace, e appassionata che non è
soltanto una ricerca creativa ed artistica, ma anche una meditazione, una
ricerca interiore. Valore estetico ed etico si fondono dunque in questa
collezione, che, tramite un messaggero che ha le straordinarie caratteristiche
di essere un umile e piccolo animale, ma allo stesso tempo un simbolo senza
tempo e di grande potere semiotico, veicola un messaggio di speranza e di pace
di cui il mondo, specie oggi, ha straordinariamente bisogno.
